mercoledì 26 marzo 2008

Marsilio Ficino e l'Anima Mundi


Salve a tutti coloro i quali mi seguono su questo Blog!

Oggi volevo riallacciarmi alla recensione del Libro “La Scienza Universale” Arte e natura della scienza di Leonardo di F. Capra, promosso qualche settimana fa. Un libro davvero entusiasmante sulla vita e soprattutto sulla visione del mondo da parte di Leonardo da Vinci. Una visione atomistica ed animistica del mondo. Chi ha studiato Leonardo sa bene che Egli condivideva la tesi, piu’ volte evidenziata nel Timeo di Platone, che il mondo stesso possedesse un’anima e che fosse un essere vivente al pari dell’uomo o degli altri esseri.

Secondo la Dottrina dell’Anima del Mondo l’Universo fisico deve essere appunto considerato un essere vivente dotato di organo di movimenti e quindi anche di un’anima. Il Mondo è un grande animale che comprende al suo interno altri animali ( i singoli corpi celesti, il Sole, la Terra, La luna i pianeti etc.) sui quali vivono, a loro volta, altre forme animali (tra cui gli esseri umani).

Questa idea, già presente nelle antiche tradizioni mitiche e nel pensiero orientale, entrò nella Storia della Filosofia appunto con il TIMEO di Platone, che la presentò come una necessaria conseguenza dell’analogia tra Microcosmo e Macrocosmo.

Sulla mia strada inerente l’approfondimento e lo studio di Dio ho incontrato Marsilio Ficino, altro magnifico esponente nella teoria dell’ANIMA MUNDI. Sto leggendo infatti il libro “ Scritti sull’Astrologia” che il nostro fratello Sergio da Pisa conoscerà senz’altro. Ne rimango estasiato anche se sono solo all’inizio dell’opera, ma devo dire che l’Amore che Marsilio mette nella descrizione degli Astri ispirato fortemente da Dio per la spiegazione del moto celeste, è davvero sorprendente.
Esiste, secondo Ficino, una concorde e antica tradizione teologica, una priscae theologiae undique sibi consona secta, che nasce con Ermete e si conclude con Platone e che si propone di sottrarre l'anima dagli inganni dei sensi e della fantasia per portarla alla mente; questa percepisce la verità, l'ordine di tutte le cose, sia esistenti in Dio che emanate da Dio, grazie all'illuminazione divina, cosicché l'uomo, tornato fra i suoi simili, li rende partecipi delle verità rivelategli dalla fonte divina (divino numine revelata).

È noto come Aristotele concepisca l’essere umano come sinolo, insieme indissolubile di materia e forma, di corpo e anima, cosicché il suo principale commentatore dell’antichità Alessandro di Afrodisia poteva ben dedurne esplicitamente la mortalità dell’anima contemporanea a quella del corpo. Al contrario, Platone aveva già distinto le due sostanze, concedendo all’anima una vita separata e indipendente dal destino del corpo.

A questa concezione aderisce Ficino, la cui Theologia platonica o De immortalitate animarum, si apre con un:

“Liberiamoci in fretta, spiriti celesti desiderosi della patria celeste, dai lacci delle cose terrene, per volare con ali platoniche e con la guida di Dio, alla sede celeste dove contempleremo beati l’eccellenza del genere nostro “

Per comprendere la sostanza dell’anima è necessario comprendere la struttura dell’universo alla cui base, ossia al grado inferiore, è la materia, concepita, seguendo Averroè, come pura quantità: "la materia non ha di per sé nessuna forza che possa produrre le forme", diversamente da chi, come Avicebron, la concepisce come "sostanza produttrice di forme, fonte piuttosto che soggetto delle forme".

E’ la qualità il principio formale che dà sostanza alle realtà corporee, grazie a "una sostanza incorporea che penetra attraverso i corpi, della quale sono strumento le qualità corporee": questa sostanza incorporea è l’anima "che genera la vita e il senso della vita anche dal fango non vivente".

Al di sopra delle anime sono gli angeli: "sopra quelli intelletti che alli corpi s’accostano, cioè l’anime ragionevoli, non è dubbio che sono assai menti, dal commercio dei corpi al tutto divise"; e se l’intelletto dell’anima "è mobile e parte interrotto e dubbio", l’intelletto angelico è "stabile tutto, continuo e certissimo".

Al di sopra del tutto è Dio, che è unità, bontà e verità assoluta, fonte di ogni verità e di ogni vita, è atto e vita assoluta: "dove un continuo atto e una continua vita dura, quivi è un immenso lume d’una assolatissima intelligenza" che è luce per gli uomini perché si riflette in tutte le cose. Attraverso Dio "tutte le cose son fatte, e però Iddio si trova in tutte le cose e tutte le cose si veggono in lui...Iddio è principio, perché da lui ogni cosa procede; Iddio è fine, perché a lui ogni cosa ritorna, Iddio è vita e intelligenza, perché per lui vivono le anime e le menti intendono".

Dio e corpo sono gli estremi della natura e la funzione dell'anima, che è, diversamente da Aristotele e da Tommaso, realtà in sé e non forma del corpo, è quella di incarnarsi per unire corpo e spirito:"è tale da cogliere le cose superiori senza trascurare le inferiori...per istinto naturale, sale in alto e scende in basso. E quando sale, non lascia ciò che sta in basso e quando scende, non abbandona le cose sublimi; infatti, se abbandonasse un estremo, scivolerebbe verso l'altro e non sarebbe più la copula del mondo". La copula mundi è l'anima razionale che "ha sede nella terza essenza, possiede la regione mediana della natura (obtinet naturae mediam regionem) e tutto connette in unità".

Spero vi sia piaciuta l’introduzione a Marsilio Ficino. Appena avrò finito il libro ve ne parlerò piu’ approfonditamente

Un inchino

Roberto
Dominus Iesus Rex Obstitum Numen


1 commento:

Violet Evenstar ha detto...

Salve,
complimenti per questa bella descrizione su Marsilio Ficino, le sue teorie e il libro ''Scritti sull'astrologia''. Facendo ricerche in internet appunto su questo libro, sono arrivata a questo suo articolo, che mi è stato molto utile per la comprensione e lo studio di un esame che sosterrò a breve, su Ermete (l'ermetismo) e in particolare su Ficino.
Complimenti ancora, ho capito meglio il significato delle teorie di questo grande Filosofo.

Saluti,
Violet.