mercoledì 2 aprile 2008

Bisanzo e le radici Europee




Volevo scrivere spesso un articolo che discutesse delle presunte radici europee piu' volte citate ed evidenziate durante la redazione della Costituzione Europea.

Si cita il Cristianesimo come Religione "aggregativa" e che ha implementato sul territorio europeo quell'omogeneità culturale avente appunto come legante la "Religione" comune quale era il Cristianesimo.

Da qui il dibattito sull'origine Pagana dell'Europa. Un Paganesimo che però a mio avviso non caratterizzava omogeneamente il popolo europeo.

Ci pensa dunque Judith Herrin che dall'alto dei suoi studi Bizantini va a mettere l'accento su questo grande Impero che sulla disgregazione dell'Impero romano ha portato in Europa la sua componente culturale sfociando poi con il Rinascimento Italiano. Non so se siete stati a Ravenna, ma vi consiglio apertamente di andare a vedere i mosaici.

In ogni caso questa è la recensione. Il libro l'ho quasi finito in un sol fiato da lunedi in sala d'attesa all'aeroporto di Pisa, fino a stasera. Sarà una lunga notte... il libro mi ha davvero preso !

Recensione

Nel grande dibattito sulle radici dell'Europa, durante i lavori per la redazione del trattato costituzionale, molti chiesero che il preambolo contenesse un esplicito riferimento alla cristianità, mentre altri sostennero che l'Europa aveva anche e soprattutto radici greche e romane. In realtà è esistito per molti secoli un luogo in cui cristianesimo, romanità ed ellenismo hanno formato uno straordinario impasto politico e culturale. Questo luogo è l'Impero bizantino, lo Stato che ereditò l'autorità dell'Impero romano e fu per molti secoli, insieme alla Cina, la maggiore potenza mondiale. Molto di ciò che noi siamo e abbiamo, proviene da questo nostro antenato. Bisanzio ci ha trasmesso il culto della grande letteratura greca, da Omero a Eschilo, da Sofocle a Euripide. Ha rielaborato e codificato il diritto romano. Ha fermato l'invasione araba nel 678 e permesso in tal modo all'Europa occidentale di sviluppare le proprie istituzioni. Ha convertito gli slavi della penisola balcanica e i russi di Kiev. Ha creato le istituzioni politiche e amministrative di quello che poteva considerarsi, nel momento del suo maggiore fulgore, lo Stato moderno. Ha creato ed esportato in Occidente i canoni dell'arte post-romana. Non vi sarebbero stati l'Umanesimo e la riscoperta del mondo classico senza l'apporto degli studiosi bizantini. Non vi sarebbe stato il Rinascimento se l'Italia non fosse stata pacificamente invasa, dopo il 1453, dai profughi di Costantinopoli: un fenomeno comparabile, per molti aspetti, all'arrivo degli intellettuali ebrei nelle università degli Stati Uniti dopo l'avvento di Hitler al potere nel 1933. Ma i cittadini dell'Unione europea faranno bene a ricordare, d'altro canto, che il loro grande antenato trasmise alla nostra cultura anche i frutti della sua familiarità con i popoli che lo circondavano: gli arabi, i turchi ottomani, gli armeni, i georgiani, gli slavi del sud e delle grandi pianure russe fra il Dnepr e il Volga. Bisanzio dimostra quanto siano incerti e imprecisi i confini culturali dell'Europa. Per raccontare l'ascesa, il declino e la morte di questo grande impero occorre uno storico dotato di molti talenti. Deve comprenderne le leggi e le istituzioni, deve sapere apprezzare la sua arte e la sua letteratura. Deve conoscere il quadro internazionale nel quale Bisanzio estese o difese le proprie frontiere. Ma occorre anche che questo storico sia in grado di trasmettere i sentimenti e le emozioni che il grande spettacolo bizantino suscita in coloro che ne hanno approfondito la conoscenza. Come il lettore scoprirà sin dalle prime pagine di questo libro, Judith Herrin possiede tutte queste virtù.
Roberto Cinquegrana
Contra Hostes Fidei Semper Pugnavit Amalphis !!!

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