Nella mia umile operazione di
recupero e promozione dei Trattati Rinascimentali, in riferimento al grande
filo conduttore che sto cercando di dimostrare tra Arte Equestre Militare e
l’attuale cosiddetta Alta Scuola, mi sono imbattuto oggi nell’acquisto del
libro di Cesare Fiaschi, nobiluomo Ferrarese che ha scritto un pregevole
trattato nel 1556, denominato “Trattato dell’imbrigliare, maneggiare e ferrare
i Cavalli”.
Possedevo già una copia in PDF
del solo Trattato, ma lo avevo letto solo superficialmente visto che sono
ancora occupato con il Trattato del Grisone. Avendo trovato questa copia
trascritta in maniera piu’ comprensibile ho ritenuto doveroso possederne una.
Mi sarei imbattuto solo nella
lettura del Trattato ma non mi sono potuto esimere di leggere le due puntuali
introduzioni che si rispettano per la cura di un recupero del trattato curate
da Ferroni, Presidente dell’Associazione Italiana Pura Raza Espanola, e da
Angela Ghinato dell’Università di Ferrara.
Mi si accuserà di campanilismo se
andrò a fare alcune importanti precisazioni in merito alle suddette
introduzioni/prefazioni in cui è manifesta la volontà degli autori di imprimere
il primato dell’Arte Equestre a Ferrara piuttosto che a Napoli come ben
dimostrerò di seguito.
Cesare Fiaschi scrive il trattato
di Equitazione ben sei anni dopo Federigo Grisone e come è bene precisare ci
troviamo nella metà del 1500 e piu’ precisamente nel 1556. Ora, dovete sapere
che la famiglia d’Este già cone Ercole I in cui si cita nel manoscritto, era di
stanza a Napoli dove fu educato proprio nella suddetta corte in strategia
militare e Cavalleria. Conobbe l’amore come si dice della figlia di Ferrante
d’Aragona, protagonista assoluto nell’allevamento dei cavalli Napolitani, di
nome Eleonora d’Aragona. L’influenza aragonese nella corte Estense era già
quindi abbondantemente ramificata sia per quanto riguarda l’educazione
Cavalleresca, e quindi sull’utilizzo dei Cavalli, e sia sulla grande alleanza
politica con Napoli grazie a Ferrante.
Venire quindi a dire che Ferrara
era il centro con il Fiaschi dell’Equitazione Rinascimentale, benché
protagonista grazie ad alcune novità introdotte nell’educazione dei cavalli, mi
è sembrato davvero campanilista.
Il Fiaschi non fece altro che
studiare, rivedere e modificare il suo Trattato sulla base dell’enorme
esperienza del Grisone napoletano.
Non me ne vogliano gli autori, ma
l’Arte Equestre nasce a Napoli influenzando tutto il territorio italiano ed
internazionale.
Tanto era dovuto.
Cap. Roberto Martusciello
Cinquegrana
Real Cavallerizza di Napoli
PS: evito di chiamare in causa le
Associazioni a cui appartengo, per evitare inutili discussioni. Ciò che dico ed
asserisco me ne prendo tutta la
PERSONALE responsabilità.
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