venerdì 20 dicembre 2013

Regno di Napoli.... inizio del Rinascimento



Studiare l'Arte Equestre del tempo, ci deve far propiettare anche nel contesto politico, sociale e culturale del Rinascimento e per tale motivo e con orgoglio cerco talvolta di dare spunti di riflessione sul mio Antico e perduto Regno di Napoli.

Affermare l'origine del Rinascimento Italiano a Napoli e non a Firenze può non essere un azzardo. Studiando ed approfondendo la realtà meridionale nella prima e seconda metà del '400 emerge una situazione decisamente confortante in merito allo sviluppo culturale rinascimentale o pre-rinascimentale che dir si voglia. I secoli di degrado del Vicereame Spagnolo, successivi alla magnificenza sapienziale Angioina ed Aragonese, purtroppo ci hanno cancellato questa eredità e non è un caso che tutte le dominazioni "dirette" spagnole hanno solo danneggiato lo Stato dominato questo in ogni epoca e cultura. Basta vedere quello che è successo in Sud America.

Con Napoli fu lo stesso. A parte appunto la parentesi Aragonese che si staccò dalla Spagna con un Regno Napolitano ed indipendente dalla penisola iberica, tutto quello che venne dopo ci ha solo danneggiato, facendo entrare nel nostro DNA elementi che poi hanno caratterizzato tutto il popolo del Sud. Non sarà un caso che l'Accademia Pontaniana venne proprio chiusa da Don Pedro de Toledo.



Tornando invece al periodo florido culturale Aragonese c'è da dire che ben prima di ciò che nacque a Firenze, Napoli era caratterizzata dalla nascita delle migliori Accademie artistiche del tempo, dove anche i Toscani e Veneti affluivano per attingere il nettare della nuova classicità. Come dicevamo sopra, la prima Accademia illustre fu proprio quella fondata dal Beccadelli (detto il Panormita) e consolidata da Pontano (Perugino di nascita), da cui prese il nome dell'Accademia stessa denominata appunto "Pontaniana".



Lo stesso Alfonso volle questo nuovo assetto culturale sulla scia della grande Biblioteca Angioina costituita da Roberto d'Angiò detto il Saggio. Lo stesso nuovo sovrano Aragonese volle ampliare questa Biblioteca chiamando a se tutti i maggiori Umanisti dell'epoca. Napoli diventa, anzi consolida, quel grande centro culturale italiano invidiato e frequentato dai piu' prestigiosi artisti del periodo.







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