domenica 5 aprile 2009

La rivalutazione dell'Occidente


Cari amici e sostenitori,

sono impegnato contemporaneamente in molti campi e non riesco ad aggiornare tutte le piattaforme di cui sono solito frequentare. Il Blog in particolare, che rispetta ciò che io ritengo di piu’ importante svoltosi nelle mie settimane, è la zona in cui mi da piu’ soddisfazione esprimere le mie personali idee e dal quale ricevo privatamente i consensi piu’ disparati.

La lettura occupa uno dei posti piu’ importanti del mio tempo ed ultimamente mi sono proiettato nell’analisi e nella valutazione della Cultura Occidentale e soprattutto medievale, da tanto tempo sottovalutata e talvolta anche calpestata. Sono solito ricordare infatti, che benché rispetti confessioni e culture esterne alla tradizione occidentale, il mio lavoro converge nell’evidenziare e di recuperare ciò che invece ritenga essere la colonna vertebrale della nostra identità.

Qualche settimana fa promossi in questa sede un libro appena comprato : Aristotele contro Averroè di S. Gouguenheim dove si metteva si tendeva ad esplicitare una rivalutazione della grande cultura e scienza Occidentale derivata dall’identità Greca e non da quella musulmana. Ebbene, non avete neanche idea di quanti commenti e contrarietà ho avuto solo per aver detto di aver comprato tale libro, dove da alcuni semplici lettori di questo misero Blog a professori Universitari hanno manifestato il loro malcontento nell’analisi dello scrittore sopra menzionato. Tale situazione ha ulteriormente incuriosito ed incentivato l’ultimazione della lettura in essere ben consapevole che codesta contrarietà è spesso motivata da un crescente anticristianesimo ed “antioccidentalismo” che perversa in ogni contesto culturale quasi fosse diventata una moda.

Letto il libro, a parte alcuni errori che non incidono però sul messaggio dell’autore, ho ritenuto opportuno rileggere alcuni passaggi nei quali ritornava il vigore e l’orgoglio di essere occidentale. Badate bene, non in contrapposizione ad una cultura esterna e talvolta contraria alla mia, ma piu’ per “ amor di patria”… per amore della mia tradizione.

L’autore evidenzia in piu’ punti che la cultura e la conoscenza occidentale deriva essenzialmente da quella Greca e non da quella arabo/musulmana, da cui questi ultimi ne hanno tratto spunto nello studio e traduzione di Aristotele. Già nell’ottavo secolo dopo Cristo Teofilo di Edessa tradusse le opere di Aristotele divulgandole in tutto il contesto europeo. Siamo abituati oramai ad attribuire la conoscenza europea post crociate sulla base del contatto che i franchi ebbero con i popoli arabi, ma c’è senz’altro da evidenziare che il mondo arabo mediorientale era prevalentemente cristiano e non Musulmano!. La maggior parte degli “intellettuali”, scienziati e medici arabi cristiani servivano le corti musulmani distinguendosi in molti contentesti. Noi siamo abituati oggi ad individuare quella zona come “islamica” per eccellenza, non rapportandoci al contesto geopolitico di quel periodo, dove tutta l’area aveva fortissime influenze ellenico/cristiane. Le prime traduzioni di Aristotele vennero appunto dall’Oriente ma dagli ambienti siriaco cristiani.

“L’Europa scopri’ soltanto nel XIII secolo le opere che il mondo musulmano aveva ignorato o trascurato, e cioè i trattati politici e morali di Aristotele, la Politica e l’Etica nicomachea, incompatibili con il contenuto del Corano.”

Il libro continua con la descrizione di innumerevoli testimonianze di studiosi cristiani che amplificarono ed evidenziarono la conoscenza aristotelica nel mondo mediorientale. Siamo quindi di fronte ad un’evidente rivalutazione dei “franchi” e dell’occidente tutto, descritto in molti casi come arretrato ed ottuso.
Non vado oltre a descrivere ciò. Preferirei che compraste questo libro per gustarne l’essenza per poi discuterne nei nostri consueti incontri.

A tale proposito, nelle mie visite settimanali alla Libreria di fiducia, ho comprato questo libro :

Gli intellettuali nel Medioevo di J. Le Goff

Riporto fedelmente una recensione tratta dal retro del libro.

“Cosa voleva dire essere un "intellettuale" nei cosiddetti "secoli bui"? In questo volume, pubblicato originariamente nel 1957, uno dei più insigni studiosi del Medioevo europeo traccia una sintesi rapida, chiara, ricca di notizie e di calzanti interpretazioni sull'argomento. Le Goff ripercorre l'evoluzione degli intellettuali, il loro rapporto con la Chiesa e con la realtà urbana, il faticoso emergere di una cultura laica, il mondo degli scriptoria monastici e delle università, dei poeti e dei giuristi, e delinea alcuni ritratti di figure esemplari quali Abelardo, Bernardo da Chiaravalle, Pietro il Venerabile, Sigieri di Brabante. Oggi, a oltre mezzo secolo dalla sua prima edizione, Gli intellettuali nel Medioevo rimane un testo fondamentale per la ricchezza dei contenuti e la precisione del metodo storiografico; un libro che ha insegnato a generazioni di specialisti "come si fa la storia", ma anche e soprattutto una lettura piacevole - memorabili le pagine in cui rivive la vicenda di Eloisa e Abelardo - che permette di gettare uno sguardo a tutto tondo su cosa significasse vivere nell'Età di Mezzo.”

Ho intrapreso la sua lettura questo fine settimana e credo che per sabato prossimo ne darò opportuna recensione. Questo libro fa sicuramente da filo conduttore nel mettere in evidenza il grande fermento culturale del medioevo in Occidente.
Buona lettura a tutti
Roberto da Amalfi


1 commento:

Anonimo ha detto...

it was very interesting to read. I want to quote your post in my blog. It can? And you have an account on Twitter?


thanxxx

hechizos de amor