domenica 3 novembre 2013

Correr la lancia con ragione in che consiste.....



Lep. Il correre la lancia con ragione, in che consiste?
Gio. In sei capi pricipali. Il primo in sapere stare ben a cavallo. Il secondo in tenere, at portare la lancia sù la coscia. ll terzo in saperla levare della coscia. Il quarto in ponerla sù la resta. Il quinto in saperla abbassare. Il sesto et ultimo in saperla recuperare.

Si assiste sempre piu' spesso ad un involgarirsi dell'Arte Militare, con un'indecenza nel portamento nel bel vedere il Cavaliere in sella. Colpa probabilmente i tanti Palii e Quintane paesane, che mirano solo a allietare il pubblico con un mero intrattenimento folkloristico piuttosto che ripercorre la Via di un'Arte Marziale Equestre.
Avendo iniziato questo percorso con tutta l'intenzione di riportare alla luce, ciò che un tempo era, non avendo nessuna presunzione di insegnare, ma solo di entrare nel merito come appassionato ricercatore, evidenzio che quest'Arte è stata palesemente calpestata.

Molto difficile trovare "Cavalieri" che studiano l'Arte prima di praticarla, o per meglio dire trasformano ciò che hanno superficialmente appreso nella monta western o inglese e la rapportano a quella medievale e rinascimentale fregandosene della disciplina e delle modalità di esecuzione del colpo.

Piu' precisamente vedo cavalieri (volontariamente scritto con la "c" minuscola) che corrono con i propri cavalli tirandoli e maltrattandoli utilizzandoli alla stregua di un "mezzo" di locomozione, al pari di una motocicletta, per il motociclista. Sguaiati nel portamento, menefreghisti della tecnica, senza efficienza nè efficacia, cercano di emulare i grandi Cavalieri di un tempo senza conoscere ciò che stanno realizzando, sbraitando con la lancia tenuta come uno stuzzicadenti, alzandosi sulla sella per esultare, vestiti al pari di Sbirulino nei vecchi tempi andati. Uno scempio a cui io ho detto basta qualche anno fa per cui cerco di porre rimedio. Ma non è facile.

I Sei requisiti che leggiamo all'inizio di questo Post, sono il riferimento di un ottimo trattato del Maestro dall'Agocchie, bolognese in cui si disquisisce proprio di tecnica vera e militare. Eccone alcuni stralci discussi nel mio libro.

Gio. Ve gli dichiarerò volentieri : at incomin­ciando dal primo, dico; Che per essere il cavalcare arte appartenente a Cavalerizzi, non mi estendero molto sopra ciò. Solo vi darò tre avvertimenti necessari : dé quali il primo è; che nello stare a cavallo il Cavaliero no debbe store molto a sedere: perche oltra il discommodo, che ne riceve nel correre la lancia, fa brutto rivedere.
Lep. Volete forse che egli stia dritto sù le staffe?
Gio. Non dico questo: ma voglio inferire ch'egli si potrà fa­re accommodare il sedere della sella in maniera, che venga a stare alquanto più dritto del solito: che cio facendo, sarà più vago a cavallo, at ancora sarà più commodo, et piu sicuro nel correre la lancia, et massimamente correndo all'incon­tro. Il secondo avvertimento è, che nel principiare la car­riera, esso non dia de gli speroni al cavallo furiosamente : ma lo invij pian piano, accioche vada piu volentieri alla car­riera: at si fa ancora perche movendosi il cavallo con grande impeto, facilmente può fare perdere la lancia, come molte volte s'è veduto. Il terzo et ultimo essendo in carriera, non batterlo molto con lo sperone manco: perche il cavallo non habbia cagione di fuggire la lizza: perche se ne ritrovano di quelli, che pur troppo, volentieri la fuggono, si per il timor del colpo, co­me ancora per sentire la battuta dell'altro cavallo, che incontra gli viene : et persta cagion fu trovato il ponergli la sonagliera, acciò che non sentisse la battuta dell'altro.

Non è difficile seguire una Via visto che c'è molto materiale che ne da un'evidenza, ma come al solito siamo "itagliani" e spesso la Via piu' facile è quella dell'apparire piuttosto che quella dell'essere...



[dal Libro: L'Arte del Giostrare - R. Cinquegrana]


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